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Via di Coiano 19 - Prato
MAR 16:00 – 19:00 // MER & VEN 16:00 – 19:30 // SAB 9:30 – 12:30
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In occasione del match di sabato facciamo quattro chiacchiere con il manager della Francia U17, Christian Gallonier, oggi presente in sala consigliare della Provincia di Prato, per una prima conferenza stampa della partita di del 27 febbraio.

Christian, come vi state trovando in Toscana e a Prato, in particolare?

Tutto molto bene, l’organizzazione degli spostamenti e degli allenamenti sta procedendo senza problemi e Gispi Prato ci ha accolto molto bene nelle sue strutture.

Come è stata la partita di ieri ad Arezzo, antipasto del match di sabato?

A livello tecnico è sempre difficile giocare con l’Italia, sopratutto negli ultimi 5 anni in cui la cultura rugbistica è cresciuta molto anche a livello giovanile. L’anno scorso a Mantova abbiamo perso, ieri ad Arezzo abbiamo vinto non senza difficoltà, per cui possiamo dire che sabato sarà una sorta di spareggio.

Novità sul piano della formazione o del gioco sono previste?

Certamente faremo dei cambi per far giocare tutti i nostri atleti. Abbiamo bisogno di conoscere tutti i nostri ragazzi, così come anche l’Italia. D’accordo anche con Paolo Grassi, faremo giocare un po’ tutti i 26 giovani che abbiamo portato dalla Francia. Siamo certamente qui per vincere, ma la cosa più importante è conoscere e far crescere i nostri atleti.

In Italia esistono le Accademie Zonali U18, 9 in tutto, che si sfidano in un campionato parallelo all’U18 élite riservata ai club; in Francia invece come siete organizzati?

Anche noi adottiamo il sistema delle Accademie Zonali per quest’età, ma non abbiamo un campionato organizzato fra le varie realtà sparse sul territorio. Questa è sicuramente una mancanza nel nostro sistema rugbistico, a dire il vero un po’ in calo negli ultimi anni.

Parlando di livello professionistico, cosa manca all’Italia ovale in questo momento e cosa alla Francia, se manca qualcosa?

In Italia mancano i numeri per poter fare il salto di qualità: i giocatori sono molto fisici, tecnici, ma non sono tanti e giocano tanto all’estero. Il campionato nazionale non è di altissimo livello e questo penalizza la crescita. In Francia stiamo attraversando un momento di calo: abbiamo troppi stranieri che tolgono spazio ai nostri ragazzi e questo sta frenando il nostro movimento a livello di nazionali.

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