Come già anticipato sette giorni fa, ogni settimana ci concentreremo su un piccolo approfondimento di contenuti sportivi di ogni singola categoria. Oggi il focus va sugli under 12, allenati da Simone, Valerio e Francesco con il prezioso contributo di Fabio, Alessandro e Matteo. Non potendo autointervistarmi (è Valerio che scrive) cercherò di dare un breve spaccato di quanto accade nel nostro gruppo.

Siamo reduci da un buon raggruppamento regionale, dove abbiamo sfidato con buon profitto Arezzo, Siena e Scandicci. Ci apprestiamo ad affrontare un secondo week end di gare, fra Firenze e Milano e posso dire di essere moderatamente soddisfatto. Stiamo cercando di lavorare per micro obiettivi a cicli di due settimane, con un punto di arrivo finale che dovrà convogliare i ragazzi nati 2003 ad un passaggio in under 14 con competenze acquisite. Per fare questo ci stiamo disinteressando della forma, di quello che a occhi esterni è considerato il “bel gioco”. Ci arriveremo, forse. Intanto è fondamentale migliorare individualmente e collettivamente degli aspetti del gioco che non sono completamente acquisiti.

Siamo sicuri che l’attitudine dei ragazzi farà la differenza. Questo perchè arrivare sul campo vogliosi di giocare spesso è il miglior antidoto ai normali e comprensibili errori che si fanno sul campo. Se c’è intensità si arriva lontano e i ragazzi hanno l’abitudine a tenerla sempre alta.

Gli under 12 in questo ci aiutano, perchè nati 2003 e nati 2004 costituiscono un bellissimo gruppo. Motivato, affiatato e ricettivo. Lo staff ne era già a conoscenza, ma a partire dal ritiro di Montepiano ne abbiamo avuto postiva conferma. Dovessi trovare una nota dolente, la rintraccerei nella presenza ad allenamenti e gare abbastanza disomogenea. Per fare il salto di qualità è necessario giocare, giocare e ancora giocare. Che si tratti di un allenamento col fango, di un torneo con la coppa in oro laccato o di un concentramento con terzo tempo a base di arista e piselli dobbiamo cercare di partecipare. Comprendo le difficoltà organizzative delle famiglie, ma il nostro è un auspicio per il futuro.

Concludo facendo un plauso ai ragazzi che si stanno affacciando al nostro sport da pochissimo tempo. I ragazzi che stanno arrivando dai progetti scuola come Antonino e Cosimo, costituiscono il risultato migliore del nostro lavoro sul territorio.

V.B.